Alberada di Buonalbergo

Alberada di Buonalbergo (1033 circa – luglio 1122) fu la prima moglie di Roberto il Guiscardo, duca di Puglia e Calabria dal 1059 al 1085.

Anch’ella di stirpe normanna*, sposò il Guiscardo tra il 1051 e il 1052, quando questi era ancora un piccolo nobile dedito a ruberie e atti di brigantaggio.

Era la zia, la sorella del padre, di Gerardo di Buonalbergo, che all’epoca offrì il proprio sostegno all’ascesa di Roberto facendogli dono di duecento cavalieri, che Alberada gli portò in dote al momento del matrimonio. Dall’unione nacquero due figli:

  • Emma, madre di Tancredi principe di Galilea,
  • Boemondo, primo principe di Taranto e di Antiochia.

Intorno al 1058, quando papa Niccolò II riformò in senso ancora più rigido e restrittivo le esistenti leggi canoniche sui matrimoni fra consanguinei, il Guiscardo ne approfittò per chiedere l’annullamento delle nozze con Alberada. Ottenuto lo scioglimento del vincolo matrimoniale, Roberto poté sposare la principessa longobarda Sichelgaita di Salerno, sorella del principe Gisulfo II, ricavandone maggiori profitti. Ma la separazione fu tutto sommato amichevole. Secondo alcune fonti, ella contrasse presto un nuovo matrimonio, e forse un terzo in età più avanzata.

Alberada visse molto a lungo, costretta a sopportare anche la morte del figlio Boemondo nel marzo del 1111. Morì probabilmente nel luglio del 1122 all’età di circa 90 anni e fu sepolta nell’Abbazia della Santissima Trinità a Venosa, accanto al mausoleo della Casa d’Altavilla. La sua tomba è l’unica ad essere giunta intatta fino ai giorni nostri, e reca una scritta latina in cui si indica la sepoltura del figlio Boemondo: Quest’arca contiene Alberada, moglie del Guiscardo./ Se chiedi del figlio, quello (lo) tiene il Canosino(perché fu sepolto a Canosa di Puglia).

tomba di alberada

 

*I Normanni (da Northmen o Norsemen, ossia “uomini del Nord”) si costituivano di una fusione di più popolazioni della Scandinavia, insediatesi in Danimarca, Norvegia e Svezia. Di originegermanica, si dotarono di una propria tradizione culturale e si predisposero alla navigazione tra Mar Baltico e mare del Nord, nonostante fossero in prevalenza contadini e non navigatori.I Normanni si stabilirono con successo anche lontano dalla Normandia. Quasi contemporaneamente alla conquista dell’Inghilterra, gruppi di Normanni si diressero verso il sud Italia (1000-1016), inizialmente prestando i loro servizi per vari compiti, come la protezione a pagamento dei pellegrini che si recavano o tornavano dal santuario di San Michele Arcangelo aMonte Sant’Angelo nel Gargano. Successivamente furono ingaggiati come mercenari nella difesa delle città costiere dagli attacchi dei saraceni e soprattutto nelle ribellioni anti-bizantine in Puglia. Un gruppo di Normanni con almeno cinque fratelli della famiglia Drengot combatté i Bizantini in Puglia sotto il comando di Melo di Bari. Sconfitto a Canne Melo ripara a Bamberga, in Germania, dove muore nel 1022. Venne eletto a capo dei Normanni Rainulfo Drengot che, partendo da un palazzo-castello che occupa nell’antico borgo Sancte Paulum at Averze, fondò la città di Aversa che divenne ben presto il punto di riferimento di tutti i Normanni che vennero in Italia. Da Aversa, unica città di fondazione normanna, transitarono i membri della famiglia degli Altavilla guidata da Guglielmo Braccio di Ferro(morto nel 1046), che, da Melfi, portò un radicale cambiamento all’interno dell’assetto politico-territoriale del Mezzogiorno. Gli Altavilla (provenienti da Hauteville nella Bassa Normandia) da Aversa furono chiamati dall’ultimo duca longobardo di Salerno a difesa delle coste dalle scorribande saracene dove dopo matrimoni e con astuzie Gugliemo il “Guiscardo” dal francese Vissart (volpe) scalzò l’ultimo duca longobardo per fondare il Regno Normanno con sede in Salerno (1077). Da lì estese le conquiste a tutto il sud Italia: Puglie, Calabria e Sicilia. Ai suoi guerrieri migliori distribuì feudi e costrui fortezze a difesa dei territori e della costa dall’attacco dei saraceni. Il simbolo dei Normanni d’Italia (Leone rampante con il giglio di Francia) è riportato in numerosi monumenti e dimore dei discendenti. Papa Leone IX, vedendo la sua Benevento minacciata, tentò di contrastarne l’ascesa; ma l’esercito pontificio fu rovinosamente sconfitto nella battaglia di San Paolo di Civitate (1053), nella neonata contea di Puglia, il Papa fu catturato, e così Benevento rimase un’isola pontificia in terra normanna.
I normanni fecero di Melfi la capitale del ducato di Puglia e Calabria (Caput Apuliae), titolo poi affidato a Salerno e infine a Palermo. Con i Normanni, Melfi fu la sede di cinque concili tra il 1059 e il 1101. Durante il concilio indetto da Niccolò II nel 1059, Roberto il Guiscardo degli Altavilla strinse un patto con il pontefice (il Concordato di Melfi), con cui si dichiarava formalmente suo vassallo, ottenendo in cambio i titoli (ancora solo nominali) di duca di Puglia(che comprendeva anche la Basilicata) e di Calabria (che era però ancora in parte in mano ai bizantini), parte dellaCampania e Sicilia (che era però ancora in mano agli Arabi). Roberto il Guiscardo rese l’abbazia della Santissima Trinità di Venosa il sacrario degli Altavilla e fece portare, all’interno, le salme dei suoi fratelli Guglielmo “Braccio di Ferro”, Umfredo e Drogone, per poi essere seppellito lui stesso in questo luogo. I Normanni riuscirono ben presto a cacciare dal Meridione la presenza bizantina con ripetute spedizioni che si conclusero con la conquista a opera di Roberto il Guiscardo della città di Reggio Calabria, dove egli confermò il suo titolo di duca di Calabria. Gli Altavilla così poterono ben presto dedicarsi alla Sicilia. La loro fortuna fu nell’avere dalla loro parte il papa, in cerca di alleanze durante la difficile disputa contro l’Impero tedesco. Il pontefice infatti, superata l’iniziale diffidenza e ostilità, aveva commesso l’ennesima infrazione formale rispetto a Bisanzio, legittimamente proprietaria dei territori italiani (altri smacchi del pontefice a Bisanzio erano stati, secoli addietro, le incoronazioni di Pipino il Breve e di Carlo Magno, arrogandosi diritti che poteva vantare solo sostanzialmente, ma non formalmente). Il papa in quell’occasione aveva comunque il pretesto dello scisma d’Oriente, che gli diede l’opportunità per rivendicare a sé territori dell’imperatore eretico, sui quali quest’ultimo non era ormai più in grado di esercitare la propria autorità. I Normanni divennero allora nemici dei bizantini, venendone espulsi dall’esercito (molti erano i mercenari), e Roberto il Guiscardo tentò oltretutto la conquista dell’Epiro, che non gli riuscì (1081-1085), nonostante un nuovo avallo papale. Ma cacciarono tutti gli arabi e saraceni (di origine libica) che abitavano Malta, loro roccaforte. Da quest’isola, infatti, i saraceni partivano per le loro scorribande, essendo rimasta l’ultima roccaforte musulmana. Costruirono sull’isola fortificazioni imponenti e palazzi gentilizi che ospitavano le guarnigioni divenendo un baluardo della cristianità.

simbolo normanni

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